“Never let a good crisis go to waste” è una celeberrima citazione di Churchill con cui Jafar Javan, direttore dello UN system staff college, ha concluso il suo intervento durante la seconda giornata di lezione del corso Impact Torino che ben racchiude lo spirito propositivo con cui affrontare la crisi del nostro tempo: il cambiamento climatico.
Proseguono le lezioni del corso Impact Torino 2023, organizzato dalla Scuola di Politiche, in collaborazione con il Politecnico di Torino, il Dipartimento Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, Fondazione Agnelli e Fondazione Compagnia di San Paolo. Venerdì 17 marzo, infatti, nella sala Agorà dell’incubatore I3P del Politecnico, si è tenuta una giornata all’insegna di due grandi temi: “Energia e cambiamento climatico”. Da un lato, l’energia ha una sempre maggiore preminenza nel dibattito pubblico, a causa sia della necessità di emanciparsi dalle fonti energetiche inquinanti per ridurre le emissioni e riuscire a rispettare i parametri stabiliti dall’accordo di Parigi del 2015; che per la volatilità della sicurezza degli approvvigionamenti energetici, succubi delle mosse dello scacchiere geopolitico. Dall’altro, il cambiamento climatico comincia a far sentire i suoi effetti anche alle nostre latitudini, e si rende urgente una strategia di lungo periodo per adattarsi alle conseguenze che sempre più frequenti eventi climatici estremi potrebbero causare.
Per approfondire e indagare le molteplicità di fattori, implicazioni e intersezioni di queste due tematiche critiche, la giornata di lezione ha esplorato varie prospettive e paradigmi a partire dalla riflessione di David Chiaramonti sulle “Politiche per combustibili e trasporti sostenibili”.
Il Professor Chiaramonti ha ricordato alle studentesse e studenti come siamo ben lontani dal raggiungimento dell’obiettivo europeo di zero emissions to 2050 e come sia necessario pensare alla pluralità di soluzioni e proposte per attuare una transizione che possa contribuire a ridurre ad adattarsi alla crisi climatica che stiamo attraversando. Il raggiungimento di questi obiettivi però, passa sì dall’innovazione tecnologica ma anche e soprattutto delle politiche pubbliche che orientano questa transizione e gli investimenti che la incentivano; con particolare attenzione a all’approccio del “no one left behind” adottato nel Green Deal Europeo per arginare gli impatti socio-economici di una transizione diseguale, evitare l’inasprimento della conflittualità sociale e costruire consenso per una transizione che sia sostenibile per tutti.
A seguire, con la lezione della Professoressa Chiara Ravetti “Tecnologia e lotta al cambiamento climatico”, la classe si è concentrata specificatamente sul ruolo che la tecnologia può avere nella lotta al cambiamento climatico. Dopo una breve introduzione su cosa sia effettivamente il cambiamento climatico, quali le sue cause, quali gli impatti e i costi e quale ripartizione di questi sulla società, la professoressa ha illustrato le varie politiche e sistemi usati a livello internazionale ed europeo per un utilizzo della tecnologia per contrastare il cambiamento climatico, dalla tassazione delle emissioni, alle mitigation technologies fino a giungere alle adaptation technologies, qualora il cambiamento climatico e ambientale dovesse risultare irreversibile.
L’ospite successivo, Jafar Javan, ha tenuto una lezione dal titolo: “Agenda 2030 e obiettivi di sostenibilità”, ovvero gli obiettivi di sviluppo sostenibile che le nazioni Unite hanno fissato nel 2015, definiti come degli obiettivi che trasformano il nostro mondo, con particolare riguardo a cinque aree: il pianeta, le persone, la prosperità, la pace e la collaborazione. Purtroppo, sebbene siano stati fatti notevoli passi avanti in questo senso, stando al Global Sustainable Development Report 2019, nessun paese ha proceduto in maniera convincente verso questo tipo di sviluppo sostenibile, che potrà essere raggiunto solo quando tutti potranno prosperare rispettando i limiti delle risorse finite del nostro pianeta. In conclusione il direttore ha spronato le ragazze e i ragazzi a non smettere di credere nel futuro e di continuare a inseguire il sogno di cambiare il mondo, senza mai sprecare una buona crisi, che spesso nasconde infinite possibilità catartiche.
A conclusione della giornata si è tenuta la lezione sulle “Politiche energetiche” del Professor Giovanni De Santi, che ha esposto l’importanza della governance europea dell’energia, per dare un indirizzo politico comune alla gestione della produzione, degli approvvigionamenti e della sicurezza energetica; l’Unione europea si è dedicata infatti a fare delle policy sull’energia e il turning point è stata la COP21 di Parigi, dove sono stati proposti ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione e obiettivi di sviluppo sostenibile. È stato sottolineato come l’obiettivo sia quello di avere il 65% di energia da fonti rinnovabili e, a seguito della crisi russo-ucraina, è stato introdotto il REPowerEU per accelerare la transizione.
Emerge dalla giornata, sia in termini di spunti da parte delle docenti e dei docenti che da parte delle domande dei corsisti la necessità di ampliare la riflessione e il dialogo su quelle che possono essere le molteplici strade politiche da percorrere per provare ad affrontare, davvero, la crisi scatenata dal cambiamento climatico.
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