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“Ma quindi che sta facendo l’Europa per noi?”

Alzi la mano chi in questi ultimi mesi concitati non ha pensato o non ha sentito dire che “l’Europa ci ha abbandonato!”
Proverò in poche battute ad abbattere questo pregiudizio e lo farò attraverso uno degli strumenti più potenti a disposizione: i fondi strutturali europei.

La pandemia ha portato delle gravi difficoltà nell’attuazione dei programmi e degli investimenti europei. Ha anche portato il governo e le pubbliche amministrazioni a riflettere sulla necessità di assicurare beni pubblici fondamentali, iniziando dall’ambito sanitario e finendo con l’assicurare il mantenimento del benessere sociale ed economico.

La Commissione Europea, rispetto a queste difficoltà comuni a tutti gli Stati Membri, ha però risposto in tempi rapidi, modificando parzialmente i Regolamenti dei Fondi Strutturali già dal mese di marzo.

“Ma che significa? Che cosa ha fatto in concreto?”

Nell’immediato ha fatto degli interventi per incrementare la liquidità (rinuncia ai possibili recuperi sulle anticipazioni erogate, in sede di accettazione dei conti annuali; cofinanziamento dei Fondi Strutturali al 100% delle spese certificate nell’anno contabile 2020-2021, che si conclude al 30 giugno 2021).
Inoltre ha esteso l’ammissibilità delle spese (riconoscimento dal 1 febbraio 2020 della possibilità di rendicontare spese di emergenza, per il sostegno dei servizi sanitari, volte all’acquisto di materiali e apparecchiature medicali; estensione degli interventi a sostegno del capitale circolante, in linea con il nuovo Quadro Temporaneo sugli aiuti di Stato; deroga alla non ammissibilità delle spese per operazioni completate).
La Commissione Europea ha anche incrementato la flessibilità (per l’annualità 2020, è prevista la trasferibilità di risorse fra Fondo Europeo Sviluppo Regionale e Fondo Sociale Europeo e fra categorie di regioni).
Infine, ha rimosso vincoli per favorire le riprogrammazioni (rimozione vincoli di concentrazione tematica; superamento dell’obbligo di coerenza con l’Accordo di Partenariato; deroga al requisito della valutazione ex ante per l’avvio di strumenti finanziari).

Inoltre a fine maggio la CE ha adottato un generoso pacchetto di proposte, come “Next Generation EU”, ed ha proposto degli adeguamenti sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, che insieme garantiscono risorse aggiuntive pari a 1.850 miliardi di euro, che si aggiungono ai già noti 540 miliardi previsti da SURE e BEI, per un totale di 2,4 miliardi di euro.

Non dimentichiamoci lo strumento di nuova creazione “React EU”, con cui la CE ha proposto di destinare 55 miliardi (58,3 miliardi di euro a prezzi correnti) aggiuntivi alla politica di coesione 2014-2020 per gli anni 2020-2022.

“Noi non li sapremo mai utilizzare questi soldi. Scommetti che l’Italia non li spenderà?”

L’Italia sta provvedendo, attraverso interventi mirati, a consentire l’utilizzo “straordinario” dei Fondi Strutturali. Lo sta facendo attraverso l’articolo 126, comma 10 del decreto legge 17 marzo 2020 n.18 e il decreto legge n. 34, c.d. Rilancio”. Il primo (convertito dalla legge 24 aprile 2020 n.27) prevede che le Amministrazioni pubbliche titolari di programmi cofinanziati dai Fondi Strutturali destinino le risorse disponibili alla realizzazione di interventi finalizzati a fronteggiare l’emergenza Covid-19. Il decreto legge n. 3 invece, pubblicato lo scorso 19 maggio, ha previsto all’articolo 241 che, in via eccezionale, le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione rinvenienti dai diversi cicli di programmazione, possano essere destinate ad ogni tipologia di intervento a carattere nazionale, regionale o locale connessa a fronteggiare l’emergenza sanitaria, economica e sociale conseguente alla pandemia da COVID-19.

“Fatta la legge, trovato l’inganno. Chissà che fine faranno questi fondi…”

La maggior parte degli interventi saranno finanziati con fondi strutturali e potrà realizzare, fra gli altri, interventi di vario tipo, dalle apparecchiature ed attrezzature sanitarie, a finanziare le PMI, a garantire il reddito dei lavoratori dipendenti del settore privato, la digitalizzazione dell’istruzione, aiuti alimentari e cura per le persone in condizione di fragilità aggravate dalla crisi.
La gestione efficiente delle risorse nazionali ed europee muoverà in maniera strategica ingenti risorse finanziarie al fine sociale ed economico, ma anche orientate a consolidare la credibilità del Paese nei confronti delle Istituzioni europee e dei partner dell’Unione.

“Non sono convinto. Sembra che siano delle azioni momentanee, come dire un tampone”

In realtà l’Unione Europea, in qualche modo spinta dalla crisi pandemica, sta convergendo verso un rafforzamento dell’integrazione europea.
Il Recovery Fund, ad esempio, è un elemento di profonda innovazione normativa fiscale europea, rappresenta uno strumento di aiuto essenziale e di solidarietà economica, in quanto propone uno stanziamento di 172 miliardi di euro a favore dell’Italia.
Il commissario all’economia Paolo Gentiloni ha recentemente confermato di essere fiducioso e “che a luglio ci sarà un accordo” sul Recovery fund e sarà il primo passo verso una Unione di bilancio” (tale commento del commissario proviene dalla seconda edizione del Budapest European Agora, svoltasi lo scorso 23 giugno).
Gentiloni conferma, inoltre, che il Recovery Fund: “È un precedente importante. Prima c’erano la Troika, il memorandum: un Paese aveva un problema? L’Europa gli forniva le risorse per affrontarlo, a una serie di condizioni. Ora la crisi è comune, e per la prima volta nella storia del progetto europeo, la stiamo affrontando creando degli strumenti fiscali comuni”.

 “E quindi, senza fondi europei, che avremmo fatto?”  

In Italia, in particolare nel Mezzogiorno, si registra un livello molto basso di spesa pubblica. In periodi di crisi, di incertezza, di malessere dei cittadini, occorre rafforzare gli investimenti pubblici.
Entra in gioco, con un ruolo da protagonista, l’Europa che grazie alla programmazione europea – sia l’attuale programmazione 2014-2020, sia la prossima 2021-2027 – svolge una funzione di “anti-crisi” e sostiene le speranze di chi sogna ancora di migliorare la propria vita e il proprio benessere nel futuro.

 

di Lodovica Regina 

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