Stretta fra monti e mari, fra Africa ed Europa, l’Italia è al centro di un intenso dinamismo di forze tettoniche, correnti atmosferiche e processi erosionali che ne testimoniano l’estrema vitalità naturale, che talvolta si manifesta con eventi geofisici avversi. Tali calamità non hanno tuttavia contribuito a forgiare un tessuto edilizio e sociale resiliente, con il risultato che ogni anno almeno un fenomeno violento semina morte e distruzione. Terremoti, eruzioni vulcaniche, frane, valanghe, smottamenti, incendi, inondazioni e tempeste mettono periodicamente in ginocchio l’economia di interi territori.
La memoria e la prevenzione sono le chiavi che permettono di arginare le conseguenze peggiori dei cataclismi. Il “consulente scientifico onesto” della politica ha il ruolo di ricordarne le cause e proporre alla politica un ventaglio di soluzioni. Affinché questo ruolo possa essere svolto autorevolmente, l’indipendenza della governance scientifica deve essere garantita. Da questo punto di vista, purtroppo, la situazione lascia a desiderare: lo stato di salute attuale della ricerca in Italia, specialmente per quanto riguarda l’ambito geologico e geofisico, è critico.
Nel nostro Paese la ricerca ed il monitoraggio sono principalmente affidati all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), che svolge sorveglianza sismica e vulcanica del territorio nazionale e coordinamento fra reti sismiche regionali e locali: un compito del genere deve poter essere svolto con risorse finanziarie proprie, senza l’intermediazione di enti esterni. Fortunatamente, il dibattito sui cambiamenti climatici ha contribuito a ravvivare l’interesse dell’opinione pubblica per la fisica dell’atmosfera e la climatologia. Quasi nulla, invece, si è mosso in favore della geofisica della Terra Solida.
Sembra ancora mancare la consapevolezza che la trasformazione energetica ed ambientale non è altro che un tassello della Grande Transizione che la civiltà deve inevitabilmente percorrere per assicurarsi un futuro. Non basta ridurre l’immissione di gas serra in atmosfera: è imperativo rivedere l’intera relazione fra Uomo e Natura. A partire dalla coltivazione di giacimenti minerari, tanto preziosi per la produzione di energia pulita, fino allo sviluppo edilizio ed infrastrutturale, che devono diventare rispettosi dell’ambiente e del territorio.
In una fase tanto delicata, gli scienziati non possono essere relegati al margine dei processi decisionali; la politica deve mettere la scienza in condizione di poter servire adeguatamente la comunità, e per farlo non vi è modo migliore che garantirne la terzietà rispetto agli interessi degli attori economici e l’indipendenza dalle stesse influenze del potere.
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