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Le parole della crisi, le politiche dopo la pandemia

È la prima volta in assoluto che un’epidemia assume una rilevanza davvero globale, così inizia la prefazione del volume “Le parole della crisi, le politiche dopo la pandemia – Guida non emergenziale al post-covid-19” promosso dal CEST – Centro per l’Eccellenza e gli Studi Transdisciplinari, portandoci a riflettere sulla portata universale che ha avuto la pandemia del Covid-19 sulle nostre vite. Un’analisi puntuale e al contempo divulgativa – è manifesta l’intenzione di promuovere il dialogo tra il mondo accademico e il dibattito pubblico – che assume il punto di vista giuridico, economico, tecnico-scientifico, politico e sociologico, addentrandosi anche in riflessioni di carattere linguistico, etico, ambientale. Questo volume ambizioso, curato da Massimiliano Malvicini, Tommaso Portaluri e Alberto Martinengo, offre diversi spunti e assume un approccio multidisciplinare, creando un ponte tra esperti del settore e giovani ricercatori: un confronto tra generazioni che si sviluppa in quarantasei saggi, analisi, e interviste che provano ad elaborare risposte non emergenziali alla crisi del Covid-19. I capitoli che potrebbero interessare la rete della Scuola di Politiche sono tantissimi, ne abbiamo scelti alcuni.

La pandemia da Covid-19 ci ha portato a ripensare i nostri sistemi sanitari sia locali che globali, portandoci ad adottare misure di contenimento inedite. Carlo La Vecchia, professore ordinario di Statistica medica presso l’Università degli Studi di Milano, e Guido Ascione, medico in formazione specialistica in cardiochirurgia e alumno della Scuola di Politiche, analizzano la letalità dell’infezione polmonare SARS-Cov-2, comparando le statistiche italiane a quelle dei paesi industrializzati europei, svolgendo anche una stima delle mortalità nei paesi in via di sviluppo. Per poter svolgere un’analisi accurata e prendere i necessari provvedimenti, nel loro saggio, sostengono la necessità di registrare in maniera rapida e sistematica tutti i decessi con una classificazione per età, sesso, e regione, aggiungendo anche la facilità d’accesso alle cure sanitarie e i fattori potenziali di rischio. Raccomandano poi di svolgere un maggior numero di test virologici e sierologici per poter studiare la diffusione dell’infezione e l’immunità acquisita dalla popolazione in ogni comunità, incoraggiando un coordinamento nazionale ed internazionale nell’individuazione di misure condivise di contenimento e dei protocolli comuni da attivare ove necessario.

Proprio riguardo alle relazioni internazionali e alla cooperazione tra Stati, in contrasto con i ripetuti inviti lanciati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e diverse organizzazioni politico-economiche sovranazionali, non sono mancate le fratture nel panorama internazionale, in particolare tra Stati Uniti e Cina. Nel corso del 2020 il conflitto tra le due potenze si è acuito e non sono mancate le reciproche accuse riguardo alla gestione della pandemia. Ci accompagnano in questa panoramica le analisi degli autori Alessandro Aresu, direttore scientifico della Scuola di Politiche, e Giulia Delgrosso, laureata magistrale in Scienze internazionali: China and Global studies a Torino e Pechino, portandoci a scoprire alcuni scenari possibili, dalle implicazioni economiche e politiche fino al conflitto tecnologico. In un mondo sempre più globalizzato e interdipendente, sia a livello economico che geopolitico, saranno interessanti le prospettive che si apriranno dopo le elezioni americane a novembre.

Questa crisi mondiale ha avuto ricadute sul sistema sanitario, sulle relazioni internazionali, ma anche sul sistema politico-economico di molti paesi nel mondo. Gli autori Lorenzo Pregliasco, cofondatore di Quorum e YouTrend e docente universitario, e Federico Boscaino, studente magistrale in Banking and Finance all’Università Cattolica di Milano, ci presentano un’analisi delle prospettive politiche ed economiche che si delineano per l’Italia e per l’Europa. Gli autori fanno un ricco excursus sull’andamento del debito pubblico italiano in relazione alle crisi di stabilità politica vissute negli ultimi anni, esaminando i meccanismi di propagazione degli shock di carattere politico nel sistema economico. Enfatizzano che le possibili turbolenze politiche possano avere effetti importanti sulla percezione dell’economia del paese, portando a un aumento generalizzato dei rendimenti richiesti dagli investitori, e dunque a maggiori costi per finanziare la spesa pubblica. Alla luce di questo, assume chiarezza il ruolo che l’Unione Europea ha nello stabilizzare i mercati e mediare le tensioni politiche interne agli stati con linee di credito comuni.

Nel volume ci sono, poi, diversi spunti per riflettere su come l’emergenza sanitaria ed economica abbia inciso diversamente su uomini e donnee su come il periodo post-crisi possa rappresentare un’opportunità per ridurre il divario di genere. Alessandra Casarico, professoressa associata all’Università Bocconi, e Federica Meluzzi, policy analyst all’OCSE e alumna della Scuola di Politiche, offrono un’indagine che guarda principalmente a due fattori: l’ambito professionale e quello familiare. Sottolineando come la recessione di oggi si differenzi dalle precedenti per il coinvolgimento maggiore dei settori a forte partecipazione femminile, suggeriscono che i contraccolpi della crisi, se non arginati con interventi di policy mirati, potrebbero acuire le disuguaglianze. Sullo stesso tema, il saggio di Isabella Falautano, dirigente presso illimity Bank e board scientifico della Scuola di Politiche, e Alice Favotto, alumna del Collegio dei Cavalieri del Lavoro e membro del CEST, propone delle considerazioni interessanti su rappresentanza e rappresentazione delle donne durante il lockdown. Le autrici riflettono, da un lato, sul paradosso annoso per cui la partecipazione maggioritaria delle donne in alcune occupazioni non corrisponde a una presenza femminile simile nei rispettivi ruoli apicali. Dall’altro lato, osservano come la presenza di voci femminili autorevoli – per esempio nei media – di per sé possa contribuire a creare dei modelli di ruolo virtuosi e come, al contrario, la sua assenza possa esacerbare paradigmi culturali sessisti.

Quest’opera, unica sulla scena italiana, raccoglie una multidisciplinarietà invidiabile, con figure autorevoli del panorama culturale italiano e internazionale – Peter Doherty, Valerio Onida, Ricardo Reis, Massimo Cacciari, Lucrezia Reichlin, alcuni dei nomi più prominenti – che dialogano con giovani eccellenze, lasciando intendere una trasversalità intergenerazionale fondamentale nel periodo storico di incertezza in cui stiamo vivendo. Si potrebbe definire un manuale antifragile, prendendo in prestito la definizione che ne dà Nassim Taleb. Un volume consigliato a tutta la comunità della Scuola di Politiche.

 

di Cristina Altomare e Anass Hanafi

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