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Le opportunità e le sfide della Telemedicina

Il quadro demografico italiano

In Italia, ad oggi, ci sono quasi 14 milioni di anziani over 65; di questi la metà sono over 75. La popolazione del nostro Paese è la più anziana d’Europa con il 22,8% del totale che ha più di 65 anni a fronte del 20,3% della media dell’UE (fonte Eurostat). Se gli anziani già rappresentavano la fascia della popolazione più vulnerabile, la recente pandemia ha posto questi ultimi in una condizione di estremo rischio. È in questo contesto che il nostro team ha deciso di esplorare quali opportunità la Telemedicina sia in grado di offrire per una cura efficace ed efficiente di patologie croniche. L’obiettivo non è soltanto quello di esplorare come la Telemedicina possa ridurre l’impatto economico delle cure per il Sistema Sanitario del Paese, ma anche quello di trovare soluzioni di cura digitale che possano drasticamente migliorare la qualità della vita di persone che altrimenti non godrebbero dell’assistenza a loro necessaria.

L’impatto economico e sociale della Telemedicina

La Telemedicina può essere particolarmente utile nel fronteggiare malattie croniche; esse rappresentano circa il 75% della spesa del Sistema Sanitario Nazionale e, ad oggi, si stima che in Italia si spendano 66.7 miliardi di euro per curare le cronicità.

Una stima del beneficio economico derivante dalla Telemedicina è possibile grazie a uno studio dell’ Ente di Assistenza e Previdenza dei medici (E.N.P.A.M.) che calcolava (nel 2012) un risparmio di tre miliardi di euro l’anno per l’uso di strumentazione digitale, grazie alla deospedalizzazione di pazienti cronici resa possibile dalle tecnologie a supporto della medicina sul territorio e dell’assistenza domiciliare.

Cosa si intende di preciso con Telemedicina

Ma, prima di addentrarci in ulteriori analisi, cerchiamo di capire quali ambiti di applicazione sono racchiusi nella parola “Telemedicina”.  La Telemedicina Specialistica comprende la Televisita – cioè l’interazione a distanza tra il medico e il paziente – , oppure il  Teleconsulto – cioè la consulenza a distanza tra i medici.

La Telesalute invece riguarda i sistemi e i servizi che collegano i pazienti, in particolar modo i cronici, con i medici per assistere nella diagnosi, monitoraggio, gestione, responsabilizzazione degli stessi. Per Teleassistenza, infine, si intende un sistema socio-assistenziale per la presa in carico della persona anziana o fragile a domicilio, tramite la gestione di allarmi, di attivazione dei servizi di emergenza, di chiamate di “supporto” da parte di un centro servizi.

Infine, si parla di Digital Therapeutics per quelle tecnologie capaci di supportare la decisione del medico attraverso l’uso di algoritmi, dati e modelli resi utilizzabili dalla pervasività di tecnologie smart. In commercio esistono già applicativi del genere capaci, ad esempio, di usare la fotocamera integrata nel cellulare (magari con sensore a infrarossi) per determinare se un neo è benigno o maligno.

L’app per la demenza senile

Il nostro gruppo ha immaginato di implementare un servizio di Televisita attraverso un’app scaricabile su smartphone.

Ci siamo focalizzati su un aspetto semplice e allo stesso tempo rilevante: l’uso di un’app per intervenire su forme di demenza senile.

Basterebbe monitorare semplici giochi di memoria o logica per fornire preziosi informazioni al personale medico sullo stato di avanzamento della malattia. E’ reso inoltre possibile un accesso facilitato alle cure, ampliando la platea di possibili beneficiari. Il costo per il sistema sanitario sarebbe limitato ma il vantaggio in termini economici rilevante: basti pensare alla forza lavoro persa, in termini di ore lavorate o di pensioni anticipate, per assistenza ai familiari affetti da demenza senile. Facendo un confronto con i dati di Inghilterra ed le medie Europee, abbiamo potuto stimare un ritorno socio-economico di 1,12€ per ogni euro speso in telemedicina (applicato al caso della demenza senile).

Sostenere la Telemedicina nel contesto italiano

Abbiamo mostrato la rilevanza della Telemedicina; il suo impatto sulla società e sulla salute sono riconosciuti, anche a livello internazionale. Ad esempio, nel 2019, è già stata introdotta in Germania una nuova legge per la sanità digitale che introduce la rimborsabilità delle app mediche e promuove quindi la telemedicina.

 Eppure, il contesto italiano appare al momento ancora troppo frammentato: i servizi presenti nelle varie regioni sono disponibili in maniera abbastanza disomogenea e le soluzioni adottate dalle regioni sono eterogenee.

Per questo motivo, nell’ottica di incentivare la telemedicina, abbiamo individuato i seguenti elementi da migliorare:

  • Assenza di integrazione tra telemedicina e gli altri strumenti e supporti di sanità digitale, in particolar modo con il Fascicolo Sanitario Elettronico, le cui funzionalità dovrebbero essere periodicamente aggiornate e uniformate sul territorio nazionale.
  • La presenza di regole e standard tecnici a garanzia e supporto dell’interoperabilità nella gestione dei processi tra diversi strumenti di e-health e tra diverse regioni. Ad esempio, la regolamentazione delle certificazioni per i dispositivi di digital therapeutics e l’inclusione di regole per il rispetto della privacy.
  • Strumenti ICT innovativi da potenziare. E’ infatti necessario dotarsi di soluzioni di intelligenza artificiale, machine learning applicato ai big data, cloud, app per smartphone o Internet of Things. Tutti questi strumenti, se coadiuvati da strumenti di connettività veloce possono contribuire a rivoluzionare i percorsi di cura ma anche la vita stessa delle persone.
  • Data l’evoluzione continua delle tecnologie risulta necessaria una mappatura costante delle esperienze di telemedicina sul territorio nazionale. È prioritario definire puntuali indicazioni di tipo tecnico per l’implementazione delle soluzioni di telemedicina piuttosto che fermarsi ad una definizione di livello generale dei servizi ed alla modalità di erogazione.
  • Potenziamento dei corsi di formazione e aggiornamento in materia di telemedica per i medici ed i pazienti.

 Conclusioni

Sebbene ancora in fase embrionale, l’adozione di pratiche di telemedicina è in continuo aumento. In particolar modo, la pandemia in corso, costituisce un’occasione unica per avvicinarci alla telemedicina, con più del 50% dei medici di Medicina Generale che hanno svolto la propria attività da remoto e interventi, inclusi nel PNRR, orientati al potenziamento del Sistema Sanitario verso un modello incentrato sui territori, sulle reti di assistenza socio-sanitaria e sull’assistenza di prossimità.

La presentazione della proposta la trovate qui

 

di Antonio Picano, Luca Landolfi, Romeo Casesa, Ruggiero Seccia, Diletta Cacciarella, Giuseppe Vicinanza

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