Si è svolto Venerdì 17 e Sabato 18 marzo 2023, nelle sale della Scuola Superiore di Scienze delle amministrazioni pubbliche (SSSAP) dell’Università della Calabria (Unical), la prima serie di incontri della quarta edizione del Corso Impact Calabria.
Quaranta studenti e studentesse sono stati accolti dai saluti istituzionali di Carla Bassu presidente della Scuola di Politiche, Ercole Giap Parini direttore del dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Unical, Vincenzo Fortunato direttore della SSSAP e Francesco Raniolo responsabile scientifico del corso.
Questa prima serie di incontri ha avuto un focus su alcune tra le principali questioni che caratterizzano i nostri tempi, tra transizione ecologica, problematiche ambientali ed evoluzioni scientifiche e delle relazioni tra forme di vita ed ambienti.
Con la professoressa Alessandra Crispini si è cercato di analizzare i punti critici delle normative dell’Agenda 2030 sulla transizione ecologia e discutere su quanto sia possibile attuare procedure a zero impatto ambientale per le industrie chimiche e con esse la produzione di alimenti eco-fiendly; tutto ciò in un mondo che subisce il conflitto russo- ucraino e vive la perpetrazione del colonialismo dei grandi paesi sui territori del sud del mondo. Dal dibattito interessato creatosi tra docente e corsiste e corsisti emergeva all’unisono la mancanza di una politica sostenibile realistica e unica per tutta la Comunità Europea per far sì che il Green Deal possa essere una strategia di crescita per creare una società giusta prospera con una economia moderna, competitiva, climaticamente neutra e circolare.
Con la professoressa Alessandra Corrado, poi, si è analizzato la tensione tra i processi di una globalizzazione neoliberista sempre più pervasiva e le istanze locali di persone e territori. Con particolare attenzione alla tematica della sovranità alimentare (un concetto di recente formulazione, che nasce dai movimenti sociali inaugurati da piccoli produttori locali) e alle prospettive delineate dall’Agenda ONU 2030, si è discusso del diritto dei popoli ad avere cibo sano, culturalmente e produttivamente orientato dalle istanze e dai bisogni di chi vive i territori, prodotto attraverso metodi ecologici e sostenibili sul piano socio-ambientale. Un’idea che vede una sua possibile realizzazione attraverso la ri-territorializzazione, la decentralizzazione, l’ecologizzazione, la socializzazione, l’incorporazione in reti di relazioni, la cooperazione, la solidarietà e lo scambio di saperi.
Dopo la pausa pranzo, il pomeriggio è stato scandito da una discussione su tecnologia, evoluzione informatica e delle forme di vita alla luce dei passi in avanti sul piano dell’automazione e della digitalizzazione.
Il professor Domenico Talia ha presentato una relazione sul concetto di algoritmo e la sua evoluzione storica, su quanto questo sia in grado di condizionare le scelte di milioni di persone e su come l’evoluzione scientifica sull’algoritmo stia entrando a gamba tesa in ogni campo, crescendo sempre più grazie a informazioni e dati che provengono dall’uso quotidiano che tutta l’umanità trasmette attraverso i social e i motori di ricerca. Una crescita che sta andando verso l’autonomia di questi nel programmarsi e che prospetta una visione del mondo come la letteratura cyberpunk e accelerazionista.
In conclusione, su questa scia il professore Giorgio Grossi ha delineato un’ipotesi riguardo l’avvento di una nuova era geologica segnata dal dominio della tecnica: il problematico avvento del Tecnocene. Una nuova era caratterizzata da fattori dominanti quali la tecnologia, l’informatica, la cibernetica, la materia digitale e sintetica (l’Intelligenza Artificiale, i robot e gli androidi); una intera nuova componente inorganica del ciclo esistenziale capace forse di evolversi autonomamente e indipendentemente dalla specie di riferimento, e persino di sostituirla. Si è discusso della necessità di ridefinire la nozione stessa di “sociazione” che caratterizza lo stesso modello esistenziale antropomorfo, superando quello di società, pensato e praticato in epoche precedenti alla rivoluzione cibernetica, al fine di evidenziarne la pericolosità per il futuro della nostra stessa specie. All’interno di questa cornice, si è discusso anche della necessità di rinominare e riformulare il profilo del soggetto antropomorfo del III millennio chiamandolo Terrestre e non più soltanto essere umano o cittadino o individuo. Dal dibattito è emersa la necessità di costruire un nuovo modo di concepire la politica, passando dalla biopolitica alla cosmopolitica in modo che tenga conto del perenne mutamento della vita terrestre e allo stesso tempo mantenere in vita il sistema globale che circonda la società antropomorfa con la quale questa è interconnessa simbioticamente.
La giornata di sabato è stata dedicata alla tavola rotonda incentrata su “Crisi ecologiche e movimenti sociali”, animata dai docenti Silvia Sivini, Annamaria Vitale, Mauro Conti, Aurelio Angelini, Ezio Marra, Giuseppe Gaudio e Gilda Catalano. Alle relazioni iniziali dei docenti coinvolti, è seguito un intenso e appassionato dibattito che ha visto protagonisti i corsisti e le corsiste ed ha messo in discussione la razionalità politica ed i suoi modi di intendere la crisi ecologica e le prospettive di risoluzione della stessa, con una discussione particolarmente accesa sul ruolo e la centralità del capitalismo finanziario e globale, sulle sue logiche estrattive e sulla progressiva debolezza della politica di fronte ai potentati economici globali nonché sulla materialità della crisi climatica e dei conflitti ecologici, che spesso diventano ambiti di intersezione tra diverse istanze sociali. Argomento altrettanto dibattuto è stato il concetto di “politico” e “politica”, con numerosi interrogativi circa la forza degli attori politici (partiti, movimenti sociali, Stati Nazione) di promuovere istanze collettive e determinare nuove forme delle nostre società, degli ambienti e dei rapporti tra forme di vita.