Innovazione e beni comuni (conoscenza, organizzazione, partecipazione)
L’ultimo weekend Impact Calabria si è concluso con una due giorni dedicata ai temi dell’innovazione e dei beni comuni. La tavola rotonda “Vivere nell’Italia estrema” è stata l’occasione per presentare i primi risultati di una ricerca promossa dall’Unical sulla qualità della vita nelle aree interne calabresi, tra spopolamento, associazionismo, restanza e istituzioni locali.
Venerdì 13 maggio ha dato il via alle lezioni Carlotta Caciagli (Scuola Normale – Firenze), con una presentazione incentrata sulle “Trasformazioni urbane: disuguaglianze socio-spaziali e movimenti urbani”. Un tema strettamente connesso ai concetti di partecipazione e policy pubbliche, che chiama in causa il rapporto della società con le istituzioni, e le forme in cui questa si aggrega per riappropriarsi di beni e diritti di valore collettivo, come il diritto alla città (contro la gentrification), alla casa, all’occupazione. I movimenti urbani nascono così per rispondere a una carenza dell’azione di governo e alle conseguenze delle disuguaglianze socio-spaziali generate anche dal capitalismo digitale (si pensi alle lotte dei rider o alle proteste contro la gig-economy, l’economia dei “lavoretti”) con azioni collettive il cui obiettivo resta la riappropriazione del bene “né pubblico, né privato, ma comune”.
Vincenzo Fortunato (Unical) ha parlato di “Sentieri dell’innovazione economica e organizzativa” secondo il modello della “Tripla elica” di Etzkowiz, in cui i tre attori fondamentali dei processi innovativi – università e centri di ricerca, governo e aziende – interagiscono fra loro e instaurano rapporti di interdipendenza secondo una logica che genera istituzioni “ibride” e una circolazione del sapere funzionale allo sviluppo. L’università diventa così “imprenditoriale” e non si limita a formare la nuova classe dirigente, ma assume un ruolo di leva per l’innovazione e la crescita territoriale.
Dalla teoria di Etzkowiz alla teoria della “Terza via” di Ostrom, politologa statunitense e premio Nobel per l’economia 2009, al centro della lezione del pomeriggio con Jean-Marc Louvin (Università di Anversa), dal titolo: “Commons. Da Hardin alla Ostrom e oltre!”. Una teoria diventata celebre per aver rotto il paradigma della “Tragedia dei beni comuni” di Hardin (1968), incentrato sul binomio controllo statale o privatizzazione, uniche forme atte a garantire con efficacia i diritti di proprietà. Ostrom propone invece un terzo attore, che è proprio la comunità, in grado di intervenire con successo nella governance dei beni collettivi, seguendo regole e principi ben precisi (definizione dei confini del bene, congruenza tra appropriazione delle risorse e fornitura, decisione collettiva, controllo, sanzioni, risoluzione dei conflitti, diritto di organizzarsi e organizzazioni multi-livello).
In chiusura Giulio Citroni (Unical) con la lezione “Tra deliberazione e partecipazione”. Una discussione a partire dalla crisi della democrazia e dei suoi modelli, dalla riflessione sui concetti di demos e di opinione pubblica e su meccanismi di formazione di quest’ultima per la presa di decisioni collettive. Una crisi della democrazia che è in primo luogo crisi della partecipazione (del senso di efficacia del partecipare), crisi dei partiti, ovvero delle capacità di socializzazione e strutturazione del voto, crisi di legittimazione della classe politica, delle sue competenze di fronte alla risoluzione di problemi complessi. Deliberazione e partecipazione sono allora due delle possibili strade – procedure – che ha la democrazia per esercitarsi, per ritrovare le sue “virtù” (cognitive, di governo, civiche), per stimolare l’ascolto attivo, l’interazione costruttiva e per la gestione dei conflitti.
Sabato 14 maggio si è svolta poi l’ultima tavola rotonda, “Vivere nell’Italia estrema. Associazionismo, giovani, innovatori e classi dirigenti nelle aree del margine”, ospitata per l’occasione nel Chiostro di San Domenico a Cosenza. Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Scuola Superiore di Scienze delle Amministrazioni Pubbliche (SSSAP) e il Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici della Regione Calabria ed è coordinato da Domenico Cersosimo e Sabina Licursi. Presenti al tavolo dei relatori alcuni componenti del gruppo di ricerca, Alessandra Corrado, Mariafrancesca D’Agostino, Carlo De Rose e Valeria Tarditi, introdotti dai saluti del direttore scientifico di Impact Calabria Francesco Raniolo.
La tavola rotonda si è conclusa con l’intervento da remoto del presidente della Scuola di Politiche Antonio Nicita, che ha sottolineato l’importanza di studi e progetti di tale ispirazione alla luce delle inedite opportunità di investimento che il PNRR permetterà fino al 2026, nell’ottica una progettazione che sia in grado di far dialogare nazionale e locale con l’obiettivo primario di rispondere alle reali – e diversificate – esigenze dei cittadini.