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Il role-playing ai tempi della pandemia

Cinque anni fa, in una sala affollata di energia e di studenti della Scuola di Politiche, divisi in 3 classi da 30, andava in scena il primo role playing di un G-20 convocato d’urgenza per la diffusione della prima pandemia globale dei nostri tempi. Purtroppo siamo stati precursori di futuro e abbiamo visto in una simulazione dinamiche molto simili a quelle che hanno preso forma nella realtà che viviamo oggi del Covid-19.

Da dove è nata questa idea? Sin dalla prima edizione della Scuola di Politiche, abbiamo ideato un modulo esperienziale di role playing e simulazione su scenari di global governance in un ipotetico G-20 convocato d’urgenza per lo scoppio di una crisi globale, che negli anni si è concretizzata in una crisi pandemica, in una catastrofe naturale di tipo NOLO (no one left out), in un cyberattacco alle istituzioni finanziarie internazionali. In questo quinquennio oltre 500 studenti sono passati attraverso la simulazione, sperimentando in prima persona dinamiche che poi si ritrovano nella vita reale. Anche in fase di elezioni presidenziali americane abbiamo sviluppato una simulazione sui diversi programmi elettorali, che si è conclusa con uno speech dei candidati dal palco del Teatro Comunale di Cesenatico nella Summer School.

La beta version del modulo di simulazione sulla global governance del 2015 era proprio su uno scenario pandemico globale, il primo della nostra storia, causato da un Mollivirus Sibericum di invenzione notturna e con contagio diffuso. Ciascuno degli studenti aveva un ruolo da giocare sino in fondo, da Stati a organismi internazionali o regionali, da B-20 a Y-20, a molti altri attori non governativi di grande influenza.

Gli obiettivi formativi verso questa futura classe dirigente sono desunti dalle simulazioni che si fanno abitualmente nelle grandi aziende per gestire casi di crisi, ovvero far sperimentare sul campo (e non da lettura asettica di un testo o da una lezione frontale) l’importanza di:

  • imparare a leggere contesti complessi multilivello (domestici, regionali, internazionali);
  • approfondire la propria posizione (ed i propri interessi) a fronte di poche informazioni di base, con la fatica ed il disagio di studiare e capire su temi “distanti”;
  • decidere sulla base di asimmetrie informative per il bene del gruppo che si rappresenta ma capendo come avere la vista lunga sulle posizioni altrui e sul bene collettivo;
  • comunicare in modo efficace e chiaro;
  • negoziare ed esercitare leadership in divergenza di interesse;
  • trovare un momento di sintesi, che, di nuovo, deve ricentrare il negoziato sul tema del bene comune.

Alcune pillole che ho ritrovato nelle policy notes fatte da ciascun attore del gioco, che ricordano tremendamente dinamiche viste in questi giorni. Patriottismo sanitario: una studentessa che rappresentava un grande paese europeo dichiarava di aver trovato un vaccino, ma di volerlo stoccare senza condividerlo con altri paesi, per proteggere la sua popolazione. Distanziamento sociale: il Y-20, la delegazione dei giovani al G-20, si focalizzava sulle misure di prevenzione del contagio tra i giovani, dalla scuola, ai luoghi di incontro e sportivi, sino alla vita sentimentale. Zoonosi: altra policy note si chiedeva “se permettere o no la caccia di volatili selvatici, possibili mezzi di contagio”.

Soprattutto mi ha colpito, e possono esserne testimoni gli studenti e le molte studentesse che hanno svolto la simulazione nel corso di questi anni, alcune dinamiche generali, emerse anno dopo anno, di gruppo e di comunicazione. Nel gioco di ruolo è prevista una parte di negoziato in piccoli gruppi: nella maggior parte dei casi le giovani facevano da collettori di note ed editavano il report del team, per poi far presentare il lavoro ad altre spokeperson, che per l’80% dei casi erano studenti. La comunicazione finale, per varie motivazioni che andavamo poi a discutere volta dopo volta, aveva una rappresentazione al maschile. Anche questa una dinamica purtroppo vista nella realtà di questi giorni.

Questo ci porta a chiudere riprendendo il tema iniziale dell’importanza della formazione e della sperimentazione, proprio come quella che cerchiamo di mettere a disposizione in luoghi di scambio e conoscenza come la Scuola di Politiche: piccole scintille di quel futuro “che appartiene a coloro che si preparano per esso oggi”.



Isabella Falautano, docente e Board Scientifico della Scuola di Politiche, executive in illimity, Founder Angels4Women e Board Valore D
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