Dopo la pausa pasquale il Corso Impact Calabria riprende con due weekend all’insegna di tematiche apparentemente distanti: il “PNRR tra capitalismo politico e modernizzazione passiva” e le “Intelligenze Artificiali: umano e post-umano nell’era della pandemia”. Pragmatismo e teorizzazione che si legano al file rouge dell’intero corso: Tecnica e Politica.
Il 29 e 30 aprile i corsisti si sono misurati con quattro lezioni e una tavola rotonda interamente dedicate al PNRR. Domenico Cersosimo, economista dell’Università della Calabria, ha illustrato alcuni contenuti del PNRR – “un’occasione importante ma non la panacea” – letti alla luce delle reali esigenze del Mezzogiorno e delle ricadute a lungo o breve termine a seconda delle direzioni di investimento permesse dal Piano. Giulio Moini, dell’Università Sapienza di Roma ha parlato di “Valori e teorie per l’azione nel PNRR: una nuova variegatura del neoliberismo?”, definendo quest’ultimo un “orizzonte epistemico di senso”, che può orientare l’azione pubblica in una precisa direzione, assurgendo a possibile paradigma di analisi. Nel pomeriggio sono intervenuti Rosanna Nisticò, nominata nel 2020 Commissario straordinario di governo per presiedere il Comitato di indirizzo della Zona economica speciale (ZES) della regione Calabria e Maurizio Cerruto, docente di Scienze dell’amministrazione dell’Università della Calabria. Ancora il PNRR al centro delle loro lezioni: “Sviluppo del sud per poli? Le Zes nel PNRR”, il tema affrontato da Nisticò e “PNRR: la prospettiva territoriale”, quello di Cerruto. Il weekend post-pasquale si è chiuso con la tavola rotonda dal titolo “PNRR visto dal Sud” del 30 aprile, ospitata per l’occasione nella sala convegni De Cardona della BCC Mediocrati di Rende, in cui sono intervenuti Carlo Borgomeo di Fondazione con il Sud, Marco Esposito, giornalista e saggista e Gianfranco Viesti dell’Università di Bari, coordinati da Domenico Cersosimo.
Cambio di scenario per le giornate del 6 e 7 maggio, in cui si è discusso di post-umano e Intelligenze Artificiali da prospettive multidisciplinari. Si è partiti dalla biochimica, con la lezione di Cesare Indiveri, direttore del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Unical, che ha parlato di “Logistica: una lezione dalle nostre cellule” e con la prospettiva informatica di Gianluigi Greco, docente Unical e presidente di AIXIA (Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale) che ha discusso di IA, strategie nazionali e regolamentazione.
Nella seconda parte della giornata l’antropologia e la sociologia hanno fornito il taglio critico sui temi proposti, con la lezione di Fulvio Librandi “Gli immaginari artificiali. Tempo, memoria, progetto”, e l’intervento di Giorgio Grossi “Intelligenza artificiale, tecnologia e politica: verso una società post-umana?”. Librandi fa emergere la prospettiva antropopoietica, per cui i nuovi saperi (come le IA) non spaventano ma sono plasmati all’interno del sistema culturale dell’uomo, dove la tecnica è una sua funzione fisiologica e la cultura diventa una seconda natura. Grossi invita invece a riflettere sulle conseguenze del capitalismo digitale in termini di “datizzazione e renderizzazione”, due fenomeni che chiamano in causa l’etica e la responsabilità dell’evoluzione tecnologica, che devono esser rintracciate all’interno della “cosmopolitica: l’unica arma in grado di impedire che la politica venga annientata dall’automazione cibernetica, salvaguardando il potere della semantica e della comprensione del valore dell’apprendimento che è proprio solo dell’uomo”.
Il weekend si è concluso con la tavola rotonda “Tra umano e post-umano”, in cui ancora una volta si è scelto di mettere in dialogo discipline e prospettive differenti. A Giorgio Grossi si sono uniti infatti Riccardo Berberi, fisico, Alfredo Cuzzocrea, ingegnere informatico e Giovambattista Ianni, informatico, coordinati da Ercole Giap Parini, sociologo e direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Unical. La discussione ha fatto emergere tematiche importanti legate alle IA e alle ripercussioni sulla società (in tema di privacy, sicurezza, etica e responsabilità dei dati) in cui gli accademici si sono confrontati sui concetti di ubiquità e trascendenza, fino a stimolare domande e riflessioni da parte degli allievi della Scuola che hanno chiamato in causa il rapporto tra l’umano e il divino.








