Stando ai dati riportati da Banca d’Italia, solo il 30% degli italiani ha una conoscenza tale da poter effettuare solide e consapevoli scelte finanziarie. È un dato allarmante che non può lasciare indifferenti, considerando l’importanza dell’educazione finanziaria nel promuovere investimenti sostenibili e migliorare la performance economica del Paese. Infatti, la finanza sostenibile, che integra i criteri ambientali, sociali e di governance (o ESG, dall’inglese Environmental, Social and Governance) in una prospettiva di lungo periodo negli investimenti, è spesso citata come uno degli elementi imprescindibili per dare una svolta alla lotta ai cambiamenti climatici.
Questo progetto nasce, infatti, dalla convinzione che, quando ci lasceremo l’attuale pandemia alle spalle, il cambiamento climatico sarà nuovamente la principale sfida globale dei nostri tempi e non potremo permetterci di perderla. Per affrontarla è imprescindibile una radicale modifica dei meccanismi politici ed economici, che promuovano investimenti in Ricerca e Sviluppo e che contemplino l’educazione finanziaria come viatico di sviluppo ed equità sociale.
È indispensabile un cambiamento nella direzione di uno sviluppo sostenibile, attraverso interventi che contrastino efficacemente il cambiamento climatico e che assicurino una sempre maggiore alfabetizzazione finanziaria, non solo a livello locale ma soprattutto a livello globale.
La scuola è il punto di partenza.
Bisogna sensibilizzare i giovani e il fatto che in Italia anche l’educazione finanziaria non rientri tra le attività curriculari rappresenta un enorme ostacolo. . A ciò si aggiunge la mancata preparazione dei consulenti finanziari e la difficoltà di accesso alle informazioni. Da qui, dunque, la stesura di questo report che si pone l’obiettivo di proporre misure volte a colmare questi vuoti.
A livello europeo, le politiche di sostenibilità e di educazione finanziaria sono rilevanti e, negli ultimi anni, sono state definite come prioritarie delle Istituzioni Europee.
Un diretto legame tra i due temi è stato delineato nel Final Report dell’High-Level Expert Group on Sustainable Finance (HLEG), che suggerisce alcune raccomandazioni per la Commissione Europea, volte a garantire un sistema finanziario responsabile e sostenibile, che sia trasparente e che risponda ai bisogni dei cittadini europei.
Tra queste: (i) incentivare una maggiore educazione finanziaria con un focus sulla finanza sostenibile, (ii) promuovere l’accesso libero e facilitato alle informazioni relative a queste tematiche e (iii) facilitare il coinvolgimento dei cittadini per diffondere gli SRI.
Recentemente, la Commissione ha dato seguito a queste raccomandazioni proponendo di rivedere il precedente Action Plan, nel quale si esplicita chiaramente che il risparmio privato gioca un ruolo fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi climatici e di sostenibilità e che i risparmiatori necessitano di misure di supporto in termini di educazione finanziaria.
Un’altra forte spinta verso l’inclusione finanziaria come strumento per favorire lo sviluppo sostenibile viene dall’Organizzazione delle Nazioni Unite(ONU). In particolare, il tema dell’accesso a strumenti ed asset finanziari viene ritenuto determinante per il raggiungimento degli SDGs legati alle diseguaglianze.
In Italia il tema dell’educazione finanziaria è in capo al Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, che ha istituito il Mese dell’Educazione Finanziaria, che si tiene ogni ottobre e durante il quale vengono presentate iniziative di attori pubblici e privati sempre più legate al tema della finanza sostenibile.
Uno dei principali ostacoli alla diffusione della finanza sostenibile continua ad essere la scarsa conoscenza dei prodotti SRI tra i risparmiatori italiani.
Stando ai dati riportati in uno studio del Forum per la finanza sostenibile e Doxa, il 47% degli intervistati crede nella possibilità di accrescere i profitti investendo in SRI e il 37% di ridurre i rischi. Ciò si scontra, però, con un ulteriore dato allarmante: il 50% dei risparmiatori dichiara di non sapere niente sui prodotti di investimento sostenibile e responsabile.
A questo si aggiunge l’ampio scetticismo di circa il 40% degli intervistati sui temi di Corporate Social Responsibility (CSR).
Per consentire, quindi, una democratizzazione dell’accesso alle informazioni, anche e soprattutto per le fasce meno agiate della popolazione, si rende urgente l’integrazione di questo tipo di tematiche all’interno dei programmi scolastici.
Anche le reti di vendita e i consulenti finanziari, dal canto loro, rivestono un ruolo fondamentale, ma non sufficiente, per reindirizzare il sistema finanziario. Infatti, tra i consulenti intervistati, solo circa il 45% dichiara una buona conoscenza dei prodotti SRI e dei criteri ESG.
Come fronteggiare il Problema?
Abbiamo individuato alcune proposte di policy, orientate al raggiungimento di due obiettivi:
- Facilitare scelte finanziarie sostenibili da parte dei cittadini;
- Sviluppare il ruolo del consulente finanziario nel contesto dell’investimento sostenibile.
Per raggiungere questi obiettivi, come si può leggere più nel dettaglio all’interno del report, abbiamo scelto di intervenire in tre ambiti: formazione scolastica, formazione dei consulenti finanziari e facilitazione dell’accesso alle informazioni riguardanti la finanza sostenibile nel suo complesso. Per ognuno di questi abbiamo proposto una serie di misure con diversi livelli di impatto (basso M1, medio M2 e alto M3) sul sistema giuridico nazionale ed europeo. Le misure non si escludono a vicenda, anzi, in molti casi una loro totale implementazione porterebbe a risultati ottimali.
Esse sono state valutate dal punto di vista dell’efficacia, efficienza e coerenza con gli obiettivi. L’obiettivo generale è di garantire un accesso migliore alle informazioni relative agli strumenti finanziari sostenibili, al fine di orientare gli investimenti verso questi ultimi.
L’efficienza, per raggiungere gli obiettivi sopra menzionati, sarebbe considerevole e garantirebbe un rapporto equilibrato tra costi e benefici. Infine, le misure previste sarebbero coerenti con le iniziative a livello nazionale ed europeo, a partire dall’European Green Deal lanciato di recente dalla Commissione, che pone il tema della sostenibilità al centro dell’agenda, affinché questo sia oggetto di tutte le politiche, anche e soprattutto di quelle finanziarie.
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