È evidente, abbiamo bisogno di trovare anticorpi duraturi ai rapidi cambiamenti che siamo sempre più spesso chiamati ad affrontare.
Questi cambiamenti sono dovuti a shock di natura diversa: terremoti, precipitazioni estreme, cambiamenti demografici, attacchi cyber e non da ultimo epidemie.
Non sono eventi improvvisi, sono tutti prevedibili con un certo margine di errore e hanno come minimo comune denominatore perdite economiche ed umane.
Una delle sfide che ci attendono nei decenni a venire è rendere le nostre città sempre più resilienti a questi shock.
Lo possiamo fare puntando su tre elementi: investimenti mirati nella ricerca scientifica di base, maggiore consapevolezza dell’analisi del rischio e diffusione della cultura della prevenzione.
Rispetto al primo punto, è essenziale sottolineare che senza la ricerca fondamentale sulla fisica delle alte energie non sarebbe stato possibile aprire i primi tre centri di adroterapia in Italia.
Senza la comprensione delle basi molecolari non sarebbe stata possibile la sperimentazione delle terapie geniche per la cura di patologie rare (in prima linea istituzioni come l’AIRC). Eppure la ricerca di base a livello globale è sottofinanziata, in favore della ricerca applicata, produttiva e a breve termine che segue la logica di mercato dell’hic et nunc.
Da questo punto di vista la nuova Agenzia per la Ricerca, partorita dalla Legge di Bilancio 2019, potrebbe dare una risposta all’esigenza di un maggior coordinamento nell’individuazione delle priorità nazionali e nell’efficientamento delle capacità di spesa dei fondi europei per la ricerca. Tali fondi sono ancora troppo focalizzati quasi esclusivamente sulla ricerca di eccellenza, mirata al trasferimento tecnologico e quindi a stimolare la crescita economica.
Il risk management consente invece di imparare meglio dagli errori e a gestire il rischio. Ad esempio, con le metodologie tipiche della fisica dei sistemi complessi è possibile comprendere la struttura e le proprietà dei network finanziari e bancari protetti dalla privacy, consentendo una stima significativa del rischio sistemico associato e del contagio per diversi anni e Paesi.
Nel campo sanitario, invece, i big data e le tecniche di intelligenza artificiale possono apportare notevoli benefici come la mappatura dei soggetti a rischio, l’individuazione di terapie più efficienti e personalizzate e la diagnosi per immagini più veloci.
Infine, è necessario che la cultura della prevenzione sia trasversale su ogni fronte.
Infatti, se da un lato la corporate social responsability di stampo europeo ha promosso una sufficiente trasparenza nelle aziende pubbliche e private, dall’altro serve una particolare incisività per le politiche anti-corruzione. Così facendo sarebbe possibile sfruttare la costruzione di un database unico, integrando molteplici fonti di dati, il cui ruolo di coordinamento potrebbe essere affidato ad AgiD.
In un Paese ad alto rischio sismico come l’Italia una comunità resiliente passa anche per una politica di pianificazione territoriale, con interventi diffusi di mitigazione del rischio sismico che coinvolgano sia gli edifici pubblici -come scuole, ospedali, il ricco patrimonio storico-architettonico ad alta vulnerabilità- sia le abitazioni private con bonus fiscali super-convenienti.
Non è bastato l’evento sismico del 2009 nell’aquilano e neanche quello emiliano del 2012 per creare una cabina di regia a livello centrale, che potesse coordinare e diffondere la cultura della prevenzione sismica a livello territoriale e nazionale.
Nel 2016 sorse sotto l’impulso del Governo Renzi il Dipartimento “Casa Italia” della Presidenza del Consiglio dei Ministri, oggi presieduta dall’ex capo della Protezione Civile Curcio, che si pone l’obiettivo strategico della prevenzione sismica nel Belpaese.
Nel DL Rilancio 2020 l’aver incluso il sisma bonus nell’Ecobonus 110% sembra andare nella giusta direzione.
Gli anticorpi di cui abbiamo bisogno sono politiche di lungo periodo che, anche se fanno poca breccia nell’elettorato, devono essere la stella polare delle prossime politiche di bilancio.