Eventi

Summer School 2018

Il concept

Nel profondo, è una nuova umanità che vuole farsi, è il moto irresistibile della Storia. Di contro a sconcertanti e, forse, transitorie esperienze c’è quello che solo vale e al quale bisogna inchinarsi, un modo nuovo di essere nella condizione umana”.

Con queste parole, nel novembre del 1968, Aldo Moro descriveva gli eventi dell’anno che segnò un mutamento profondo della società occidentale.

Abbiamo scelto questo titolo per la terza Summer School della SdP non solo perché la figura di Aldo Moro evoca di per sé la vicenda della nostra ‘democrazia difficile’ e della sua crisi, manifestatasi – a dieci anni da quel discorso – nel tragico epilogo della sua vicenda umana.

 

L’abbiamo scelto perché ora come allora – e come in altri anni-8 – sentiamo di essere alla fine di una ‘età dell’oro delle certezze’. Nel mezzo di questo passaggio epocale sono necessari da un lato la bussola della storia, e dall’altro un approccio analogo a quello di Moro al ‘68: gli attori politici e i cittadini attivi devono misurarsi con la realtà dei cambiamenti in atto, per cercare di immettervi i propri valori, la propria visione delle cose. Per cercare di forgiare il futuro. Di formare il futuro – questa è la nostra missione – con gli occhi e le speranze dei ventenni di oggi: gli studenti della Scuola di Politiche.

Oltre al 1968 e al 1978, altri anni-8 segnano grandi stravolgimenti, positivi o negativi. Il 1848 delle rivoluzioni, il 1918 della fine del primo conflitto mondiale, il 1938 delle leggi razziali, il 1948 della Costituzione repubblicana e della scelta italiana per il consesso delle democrazie occidentali, il 1958 dell’entrata in vigore dei Trattati di Roma.

 

Alla Summer School ricorderemo quei fatti, ma ci concentreremo soprattutto sul passaggio 2008-2018-2028. Il 15 settembre 2008 Lehman Brothers annunciò il proprio fallimento, innescando una crisi, non soltanto finanziaria, che a dieci anni di distanza stenta ancora a definirsi superata. Gli ultimi dieci anni hanno colpito tutte le certezze: la democrazia rappresentativa, il libero mercato, il progresso tecnologico, l’autorevolezza della scienza, il multilateralismo, l’integrazione europea. Mentre l’Occidente è disorientato, altri moti irresistibili conquistano la scena: l’economia asiatica, la demografia africana. Per immaginare il 2028, allora, dobbiamo vivere nel ‘moto irresistibile della storia’ senza timori ma con una consapevolezza: libertà, benessere e coesione sociale non sono scontati. Dipende da ciascuno di noi se saranno ancora gli elementi fondanti della ‘storia del futuro’.

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